POLITICA
Fiera: «Se è vero che "uniti si vince" è altrettanto vero che non ci possono essere candidature imposte e autoreferenziali»
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Dirigente Cittadino e Provinciale di Fratelli d’Italia Francesco Fiera
Fasano - Questa la nota stampa del del Dirigente Cittadino e Provinciale di Fratelli d'Italia Francesco Fiera:
«Le elezioni che non ti aspetti.
Sembrava una vittoria annunciata nelle urne fasanesi: un candidato locale mediaticamente molto esposto, un centrodestra a gonfie vele a livello nazionale ed un "soccorso rosso" non dichiarato, ma sicuramente pronto a dare il proprio contributo.
Ed invece succede che nonostante gli spot trionfalistici (gli stessi visti e argomentati in occasione delle politiche del 2022) il popolo fasanese anziché andare a votare e portare a Bruxelles un fasanese risponde non recandosi alle urne e addirittura lo fa in una percentuale maggiore rispetto al 2019, segno che il tanto annunciato feeling, con la città e i suoi cittadini, non esiste se non nelle menti dei proponenti.
A tutto ciò si aggiunge che un'amministrazione che opera da ormai 8 lunghi anni senza opposizione consiliare, fatta eccezione per qualche mosca bianca, lavorando da coalizione seria e leale permette al barese De Caro, anche a Fasano, il suo exploit euro elettorale.
Fratelli d'Italia, pur senza un candidato locale, raccoglie quasi 2400 voti con i fasanesi che nelle preferenze premiano Giorgia Meloni, danno un appoggio forte a Michele Picaro, che raccoglie nella nostra città 704 voti ed è, come annunciato in campagna elettorale, uno degli eletti pugliesi all'Europarlamento con oltre 55.000 preferenze, e con 233 voti premiano il calabrese Nesci, anche lui risultato eletto con quasi 73.000 preferenze.
La Lega, che all'interno della sua lista aveva anche l'UDC, raccoglie circa 1.000 voti, di cui la metà per il molisano Patriciello, navigato eurodeputato uscente (quota UDC), e oltre 300 per il segretario regionale della Lega, il leccese Marti.
Forza Italia, infine, è sì risultato il primo partito cittadino con una percentuale del 35,03% e il suo candidato locale ha raccolto 4165 voti che però, come già detto precedentemente, non è riuscito in nessun effetto trascinamento e non ha portato la gente a votare ma ha avuto l'effetto contrario con l'astensione che è salita.
Le urne hanno dato un'altra indicazione importante, ancora più chiara dell'astensione, e di cui fare tesoro per il futuro: quasi la metà degli elettori di centro destra fasanesi che si sono recati alle urne, quell'oltre 25% di Fratelli d'Italia e Lega/UDC, non hanno ritenuto di dover appoggiare il candidato fasanese, segno che le scelte politiche non si impongono al territorio in maniera unilaterale e non vanno fatte solo con l'idea del "campanile", ma valutando competenza, progetto politico e reali potenzialità del candidato stesso.
Un segnale importante che, se è vero che "uniti si vince" è altrettanto vero che non ci possono essere candidature imposte e autoreferenziali.
La gestione della “Res Publica” ed il proporsi per fare ciò, è una cosa seria e va fatta fare a donne e uomini capaci che sono inclusivi e non esclusivi. Vedasi Giorgia Meloni».
di Redazione
12/06/2024 alle 08:38:23
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